Peru, Sud America

Machu Picchu (Perù): sito archeologico preispanico Inca

Machu Picchu (Perù), Urubamba, Cusco: sito archeologico precolombiano Inca Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO

Sul monte Machu Picchu (Perù) il sito archeologico precolombiano è il più rappresentativo della civiltà Inca. Indubbiamente è il sito capolavoro di architettura Inca di maggiore richiamo in America Latina e uno tra i più importanti in Sud America. E’ il Santuario storico di Machu Picchu del Sistema Nazionale delle Aree Naturali Protette dallo Stato (Sistema Nacional de Áreas Naturales Protegidas por el Estado, SINANPE) del Perù dal 1981. E un bene Patrimonio Mondiale dell’Umanità designato dall’UNESCO nel 1983. In aggiunta, è considerato dal 2007 una delle Nuove Sette Meraviglie del Mondo. Appartiene alla provincia di Urubamba nella regione di Cusco. La città di Cusco, attuale capoluogo regionale e capitale Inca preispanica, dista circa 110 km verso sud-est.

Il sito archeologico Inca (a pagamento) di Machu Picchu è sperduto nella Cordigliera delle Ande in Perù. Si trova nell’ecoregione a sud dell’Equatore, in estremo isolamento sulla cresta del monte Machu Picchu. Esattamente nel passo tra i monti Machu Picchu e Huayna Picchu (Wayna Picchu o Young Peak). Dominano sulla profonda valle di Urubamba.

Machu Picchu (Perù): visita

In realtà, un muro divide le rovine del maestoso Machu Picchu nei due settori agricolo (sud) e urbano (est e ovest). Sono collegati in alto da una scalinata lunga e larga con un insieme di corsi d’acqua in parallelo. Nell’intersezione c’è il semicircolare Tempio osservatorio del Sole (Torreon) con la fonte. Invece in basso la separazione è data da una piazza allungata su terrazze a differenti livelli sul declivio della montagna.

Le 140 strutture scoperte comprendono rovine di templi, santuari e residenze. Tutto ciò oltre a parchi, gradini in blocchi di granito, fontane d’acqua collegate da canali e scoli scavati nella roccia. Gli edifici centrali sono in classico stile architettonico Inca. Infatti la lavorazione muraria a bugnato consiste in blocchi di pietra perfettamente combacianti senza alcun inserimento di malta. Il settore urbano è costituito da tre zone: sacra, nobile, popolare.

Le tre zone: sacra, nobile, popolare

Nella zona sacra sono stati scoperti numerosi tesori archeologici. La pietra rituale Intihuatana era un orologio o un calendario astronomico. In verità, il Tempio del Sole e il Tempio delle Tre Finestre sono davvero di importanza straordinaria. Sono dedicati a Inti, dio Sole e massima divinità per gli Incas. La zona della nobiltà comprende un gruppo di case in fila su un pendio, la residenza dei sacerdoti Amautas e il Palazzo della Principessa (Ñusta) a fianco. Davvero molto più semplice è la zona popolare residenziale costituita da case e da magazzini. Il settore agricolo è invece separato da un fossato a sud dell’insediamento. I terrazzamenti agricoli a scaloni sono irrigati e sostenuti da muri sui versanti montuosi. Poi c’è pure un gruppo di costruzioni a granaio a sud-est.

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Vista panoramica dall’alto

Una splendida vista panoramica su Machu Picchu (Perù) dall’alto di 400 metri ricompensa della difficoltosa salita (ad accesso limitato). Occorrono circa due ore per raggiungere le scale che conducono in cima alla montagna quasi invalicabile di Huayna Picchu. Si trova alle spalle delle parti principali della cittadella di Machu Picchu.

Cenni storici

La città di di Machu Picchu di proprietà dell’imperatore Pachacuti fu costruita in Perù al culmine dell’impero Inca (1450 circa). Fu abbandonata poco più di un secolo dopo (1572) in seguito alla conquista spagnola. A dire il vero, la leggendaria ‘città perduta degli Incas’ di Machu Picchu in Perù è l’unica di questo popolo rimasta intatta al mondo. In gran parte diventò sempre più nascosta dalla foresta tropicale nel corso dei secoli e avvolta dalle nebbie mattutine al di sopra del fiume Urubamba. L’identificazione del sito avvenne a metà del XIX secolo. Questa scoperta archeologica più sensazionale per le Americhe fu annunciata il 24 luglio 1911 dallo storico americano Hiram Bingham, docente presso l’Università di Yale.

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