Africa, Botswana

Sankuyo (Botswana): villaggio tradizionale di indigeni BaYei

Sankuyo (Botswana):

Sankuyo (Botswana): villaggio BaYei al limite del Delta dell’Okavango

Sankuyo è un piccolo villaggio indigeno tradizionale in Botswana. Lo abitano in prevalenza indigeni BaYei (MaYeyi) di lingua bantu. Sono in gran parte occupati in diverse mansioni nelle strutture turistiche. In verità, il loro gruppo etnico di appartenenza è il più popoloso nel Distretto Nordoccidentale del Botswana. Il villaggio di Sankuyo si trova nel sottodistretto di Ngamiland East. E’ al limite sud-orientale del Delta dell’Okavango. L’area in cui è situato il villaggio di Sankuyo in Botswana è arida, a macchia cespugliosa e boschiva. Occupa esattamente la pianura alluvionale del fiume Okavango. Dista soltanto una decina di chilometri verso est dalla Riserva naturale di Moremi, ma 85 km dalla città di Maun.

Comunità BaYei di Sankuyo

Sankuyo (Botswana)

Stile di vita tradizionale

La comunità BaYei di Sankuyo (Botswana) si tramanda l’eredità culturale e linguistica di generazione in generazione. Così rimane tradizionale nello stile di vita, negli usi e nei costumi (medicina erboristica, danze).

Attività di sussistenza

Le attività di sussistenza dei BaYei di Sankuyo (Botswana) sono la pesca e la caccia con arco e frecce, oltre che l’agricoltura (ortaggi, sorgo, mais) e l’allevamento (bovini, animali da cortile). Ma anche la raccolta di canne di palude da intrecciare per creare cesti.

Piroga mokoro (makoro)

Ogni indigeno BaYei di Sankuyo (Botswana) utilizza per navigare la tipica piroga (mokoro o makoro) stretta e lunga 6 metri. Fila veloce e silenziosa. E’ davvero indispensabile per trasporto, pesca, caccia, raccolta di frutta ed erbe selvatiche. L’indigeno sta in piedi a poppa della piroga. Rimane assolutamente in  in perfetto equilibrio. Intanto manovra abilmente un lungo palo (ngashi). Così riesce a procedere sulla piroga nei canali d’acqua poco profondi.

L’imbarcazione makoro fu introdotta nel Ngamiland a metà del XVIII secolo da tribù del popolo BaYei. Erano in fuga dal nord del Botswana. Un tempo queste piroghe erano tutte fabbricate con lo stesso metodo: intagliando a mano tronchi dritti di alberi maestosi e resistenti (ebano, tek, kigelia). Invece, ai giorni nostri sono per lo più stampate in fibra di vetro. A dire il vero, lo scopo è di conservare le foreste.

A Sankuyo (Botswana), indigeni BaYei qualificati imbarcano uno o due turisti per volta su ogni piroga. Li conducono a esplorare il delta del fiume Okavango. Navigano lungo i canali disseminati di canneti di papiro. I turisti possono così osservare, fotografare e filmare esemplari di centinaia di specie di uccelli e di animali selvatici. Ma in questo modo riescono a rispettare l’assoluto silenzio degli habitat.

BaYei: cenni storici

A metà del XVIII secolo, i BaYei furono proprio i primi indigeni di lingua bantu a stanziarsi nell’area periferica del delta dell’Okavango. In realtà, qui convissero in armonia con la comunità degli indigeni residenti. Appartenevano al popolo cacciatore-raccoglitore Basarwa (Boscimani, Khwe o San). Pur continuando a cacciare, i BaYei impararono dai Basarwa a pescare e ad allevare mandrie di bestiame. Ai Basarwa, i BaYei insegnarono la tecnica di intaglio dei tronchi d’albero per fabbricare piroghe makoro.

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