Kawah Ijen tra Bondowoso e Banyuwangi sull’isola di Java (Indonesia)
Kawah Ijen è il complesso vulcanico che sprigiona fiammate blu elettrico nella parte orientale dell’isola di Java (Indonesia). E’ un gruppo di coni e di crateri di stratovulcani nella caldera Ijen (2.799 m s.l.m.). Si trova al confine tra la Reggenza di Bondowoso e la Reggenza di Banyuwangi. La caldera Ijen è larga 20 chilometri. Indubbiamente è una straordinaria destinazione turistica. Infatti, qui si possono osservare le altissime fiammate di colore blu elettrico che si sprigionano dal cratere di notte. Ma non solo, c’è anche il più vasto lago di acque acide sul pianeta. Quindi, il Kawah Ijen a Java (Indonesia) è una meta unica al mondo. E’ frequentata innanzitutto da escursionisti avventurosi, oltre che da appassionati dei fenomeni della natura e per osservare direttamente l’estrazione di zolfo.
Kawah Ijen (Java,Indonesia): dove e quando osservare le fiamme blu
Con un trekking di due ore si raggiunge il bordo del cratere Kawah Ijen sull’isola di Java (Indonesia). Proseguendo altri 45 minuti, si arriva al punto di osservazione. Stupendi fiumi di fuoco blu simili a lava scorrono lungo i pendii. In realtà, l’accensione di queste fiamme blu elettrico avviene in seguito alla combustione di gas solforico (fino a 600° C) appena fuoriuscito entrato a contatto con l’aria. Il gas si condensa in zolfo liquido. Si incendia di nuovo alzandosi in fiammate fino a 5 metri di altezza. Continua a bruciare scendendo in discesa come la lava. Soltanto con il buio della notte si può osservare lo zolfo liquido scorrere sovrastato da fiammate di colore blu elettrico. Mentre appare rosso acceso alla luce del giorno.
Caldera Ijen: lago verde scuro
Il cratere del cono vulcanico Kawah Ijen a Java (Indonesia) è occupato da un lago cupo dall’odore pungente. Le sue acque calde sono di colore verde scuro. Difatti sono rese acide dalla concentrazione di una soluzione di acido solforico e di acido cloridrico. In origine, ciò avvenne perché il vulcano emetteva gas di acido cloridrico che, a contatto dell’acqua, reagiva diventando condensato. I gas infiammati si raffreddano con l’aria. Depositano zolfo polverizzato nelle fumarole ai bordi del lago dalle pareti chiare. Lo zolfo fuso bollente dapprima si riversa lasciando tracce di colore rosso acceso. Poi gradualmente si solidifica trasformando la tinta in giallo limone.
Il sito del lago è sfruttato per l’intensa attività di estrazione di zolfo. Se ne occupano lavoratori locali. Devono spaccare la materia raffreddata. Caricano i cesti di zolfo presso il cratere. Li trasportano a mano per tre chilometri fino alla vicina Valle di Paltuding. Finito il lavoro, sono pagati.